
Se non siete ancora stati a Napoli dovete rimediare assolutamente.
Questa guida vi aiuterà a muovervi attraverso gli odori, i colori ed i vicoli di una città particolare e bellissima: ecco cosa visitare in 2 giorni a Napoli secondo me.
Mentre inizio a rispolverare i ricordi dello scorso caldissimo ottobre a Napoli, già risuona nell’aria “That’s Amore” di Dean Martin.
Anche se in realtà, mentre gironzolavo per le stradine di una Napoli assolata canticchiavo a bassa voce “Perfect Day” di Lou Reed. Mi sembrava di essere in un film, forse ero impazzita, non lo so. So solo che conservo un ricordo felice di quei 2 giorni a Napoli.
Se volete seguirmi, mettete le cuffiette ed ascoltate queste canzoni: il treno per Napoli parte ora dalla stazione di Roma Termini.
BENVENUTI A NAPOLI!
La città di Pulcinella, della pizza dalla mozzarella super filante, dei panni stesi ad asciugare fra i palazzi.
La città dei mille motorini scassati guidati a tutta velocità a San Gregorio Armeno.
La città dove povertà e ricchezza vivono a pochi passi di distanza.
La città del mare e delle viste da mozzare il fiato.
Napoli è questo ma non solo.
E’ un mondo particolare e diverso, un posto a sé.
Come Venezia è conosciuta per essere una città unica costruita sull’acqua ed ogni sua calle sembra un quadro, anche Napoli è così. Napoli è una canzone nostalgica che non credevo davvero mi sarebbe piaciuta tanto.
COSA VEDERE IN 2 GIORNI A NAPOLI – GIORNO 1: PIAZZA DEL PLEBISCITO, QUARTIERI SPAGNOLI, VOMERO E CASTEL SANT’ELMO.

Dopo essere arrivata a Napoli ed aver avuto subito l’impatto con lo splendido Maschio Angioino fuori dalla stazione, mi libero dei bagagli lasciando la valigia in hotel – io ho scelto il Regina Margherita Suites, nuovo, economico ed abbastanza vicino a Piazza del Plebiscito.
Vi consiglio di utilizzare gli ascensori che si trovano a circa 400 metri dall’hotel per evitare di farvi una bella scarpinata in salita al ritorno, ma ricordatevi di controllare gli orari di apertura e chiusura.
E’ il momento di recarsi nell’iconica Piazza del Plebiscito, passando accanto a Galleria Umberto I e al Caffè Gambrinus, il più famoso di Napoli, dove la pausa caffè è un vero must.
La Piazza è da fotografare obbligatoriamente, così come voltarsi verso il mare e camminare, richiamati dal profumo di salsedine e di gelato.
Camminare verso Lungomare Caracciolo e Castel dell’Ovo.
Ma non ora.
Ora sono i vicoli della Napoli più popolare ad attirare la mia attenzione: vicoli colorati, pieni di gente “caciarona” e di street food.
I quartieri spagnoli non sono come li immaginavo: è vero, camminando per Via Toledo da una parte c’è la Napoli verace, i locali di street food dove l’odore di fritto penetra le narici in maniera prepotente. Ci sono le viuzze strette piene di cartelloni e bandierine colorate, c’è la gente affacciata alla finestra che parla da un palazzo all’altro e poi girandosi verso l’altro lato della strada lo sguardo cade su una Napoli diversa, elegante, che affaccia sul mare.
La distinzione agli occhi è palese, eppure i quartieri spagnoli di Napoli, da sempre definiti – almeno dai nostri genitori – come una zona da evitare, a me hanno messo solo tanta allegria.
Mi sono fermata qui a mangiare qualcosa per pranzo, una pizza in un posto super turistico ed affollato che a posteriori non consiglierei.
E’ il momento di prendere la funicolare centrale e salire al Vomero, la zona collinare di Napoli e quella considerata dai più la zona elegante della città.
Circondata da spazi verdi, boutique e localini di tutti i tipi, il Vomero offre delle viste magnifiche sulla città sottostante.
La più bella senza dubbio è la vista che si può godere su Napoli e sul Golfo da Castel Sant’Elmo.
Questa fortezza a stella offre una camminata all’aperto che è un volo a 360 gradi su Napoli, sul mare, su quel vulcano imponente che è croce e delizia di chi ci vive accanto.
Rimanere qui fino al tramonto non è affatto una cattiva idea: potrete godere sicuramente di uno degli spettacoli più belli di sempre.
Io invece sono tornata in stanza prima del tramonto, con molta calma mi sono fermata a sorseggiare un ginseng in uno dei locali del Vomero che – chissà perché – mi ricordava in qualche modo le stradine di Parigi ed io a Parigi, beh, non ci sono ancora stata.
Ma ne ho visti di video e di foto e posso assicurarvi che fra le cose da vedere a Napoli, in questo caso c’è da inserire anche un pezzetto di Parigi.
Per cena si passa finalmente accanto al mare arrivando fino a Castel dell’Ovo che di notte è spettacolare ma anche di giorno la sua atmosfera non tradisce le aspettative… un castello costruito direttamente sul mare, come può non piacere da morire?
La scelta del ristorante cade sul Ristorante La Bersagliera che affaccia sul porticciolo e su un lato di Castel dell’Ovo illuminato.
Il pesce è molto buono e per essere metà ottobre il clima è invidiabile.
Una serata piacevole in una Napoli sorprendentemente bella.
COSA VEDERE IN 2 GIORNI A NAPOLI – GIORNO 2: STAZIONE METRO TOLEDO, SAN GREGORIO ARMENO, CAPPELLA SANSEVERO, CASTEL DELL’OVO E BORGO DEI PESCATORI
Il secondo giorno, come vuole la tradizione di ogni viaggio, è ancora più ricco di cose da fare e vedere.
Si parte dopo un’ottima colazione in hotel e si scende fino al quartiere Chiaia che pur avendo solo visto di sfuggita mentre passeggiavo mi ha colpito per i suoi colori, per gli spazi verdi vivibili: un quartiere turistico e centrale che mantiene l’eleganza di un posto che sembra fuori mano.
Prima tappa in itinerario: prendere la metro e fermarsi in tre delle stazioni più famose di Napoli per le installazioni presenti all’interno.
La più conosciuta e definita anche la più bella d’Europa è senza dubbio la fermata Toledo.
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Effettivamente i colori della metro Toledo lasciano sbalorditi: è come osservare il mosaico di una piscina colpito dai riflessi di luce che si infrangono sull’acqua. Osservarlo su un soffitto invece che su un pavimento e desiderare di fare un tuffo contro la gravità per immergersi in quel finto cenotes.
Uno spettacolo da rivedere più volte, facendo avanti e indietro sulle scale mobili della metro come i bambini che giocano risalendo lo scivolo al contrario.
Le altre fermate che meritano di essere viste anche se non sono paragonabili a Toledo : Dante, Museo, Materdei.
Alle 12 visita prenotata in anticipo su questo sito per un altro luogo imperdibile di Napoli: la Cappella Sansevero che custodisce al suo interno l’opera scultorea del “Cristo Velato”. Da storica dell’arte non potevo fare a meno di inserire questa tappa nel mio itinerario.
La Cappella è bellissima e contiene dei complessi scultorei davvero degni di nota che vengono raccontati in maniera magistrale dall’audio guida che riceverete all’entrata. Per osservare il Cristo Velato, posto al centro della Cappella, si forma una fila circolare in modo tale da poter notare i dettagli da ogni angolazione.
Le foto sono proibite, ma io ne ho scattata comunque una da mostrarvi – verrò perdonata per i miei peccati?
La visita è stata bella ed impegnativa, quindi ora è il momento giusto per una pausa in piazza fra una chiacchiera con i venditori di cornetti rossi scaccia malocchio e un assaggio alle famose sfogliatelle ricce napoletane, pienissime di ricotta cannella e miele: da sentirsi male per la bontà.
Tappa forse più turistica di questi 2 giorni a Napoli, piena di gente ad ottobre figuriamoci sotto Natale: San Gregorio Armeno.
Questa zona di Napoli, caratterizzata da viuzze strette e dal costante rumore dei motorini che sfrecciano a tutta velocità rischiando di uccidere turisti che GTA può accompagnare solo, è conosciuta per i fantastici presepi costruiti nelle botteghe degli artigiani.
Roba da non credere ai propri occhi per la complessità e la minuzia dei dettagli di certe costruzioni.
E poi ci sono le famose statuine dei personaggi famosi del mondo dello spettacolo e non, dal Papa a Maradona passando per Berlusconi e Barbara D’Urso: sarei curiosa di sapere se qualcuno fa davvero il presepe con anche solo una di queste statuine!
Di sicuro passeggiare qui non è rilassante ma è molto coinvolgente: nell’aria risuona un continuo vociare allegro che fa venire voglia di buttarsi nella mischia senza pensarci troppo.
Si pranza tardi oggi, in una piazza con un grande murales dedicato a Maradona, con i tavoli molto spartani incastrati fra i sanpietrini ed una tovaglietta blu a scacchi che fa molto cucina di nonna. Ma c’è il sole, il vino ed un piattone di spaghetti alle vongole che sono super invitanti.
Alla fine è ora del mare.
E’ ora di camminare fino a Castel dell’Ovo e di sudare parecchio, considerando che fa caldo come fosse estate.
Si cerca un riparo sotto ai grandi edifici in stile liberty che costeggiano il lungomare ma poi è inevitabile uscire allo scoperto per sedersi quasi sulle rocce e desiderare di fare un tuffo nel Golfo di Napoli.
Qui, sulla passeggiata che collega la terra ferma a Castel dell’Ovo, ho osservato una delle scene più belle e caratteristiche di quella che è Napoli: un uomo travestito da Pulcinella suona il mandolino mentre i raggi del sole del primo pomeriggio fanno brillare il mare.
Tutto intorno è Pace, quella vera.
Il Borgo dei Pescatori dietro Castel dell’Ovo è pieno di bar e ristoranti da prendere in considerazione per una cenetta praticamente con i piedi nell’acqua.
Prima di tornare alla stazione e prendere il treno per Roma è d’obbligo fermarsi a fare aperitivo proprio qui, cercando di nuovo un pizzico d’ombra: la strada del ritorno non sarà di certo breve.
Napoli non sempre viene capita.
Viverci è forse difficile, ma a me ha sganciato un pugno nello stomaco per la sua bellezza e per la sua complessità.
Per quella passeggiata di sera fatta in una via buia piena di porte aperte, di case piccole e di vecchi televisori accesi, di donne sedute davanti casa a chiacchierare con i vicini come fosse un mondo a parte, a poche centinaia di metri da una via piena di negozi e di hotel lussuosi vista mare.
Napoli è contrasto, è mille colori… come cantava Pino Daniele.
Ed un viaggio riuscito a Napoli è un viaggio in cui questi colori si sono potuti comprendere ed assorbire, per tornare a casa con una nuova storia, che sia verace cruda bella ed avvolgente, da raccontare.
Una nuova storia, proprio come quella che io ho raccontato oggi a voi.