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Se c’è una cosa che ti lascia addosso è la totale mancanza ;
La sensazione ed il monito che accompagnano ogni mia esperienza a Firenze è quello di dover stare attento a dove metto i piedi : rischi di schiacciare un pezzo di storia ad ogni pedata; una punta sullo stivaletto di Dante, un tacco sulla mantella di Giotto…e sei lì che ti ritrovi a fare un giro su te stesso ogni venti passi per non perderti nulla della parata di storia italiana e mondiale che si offre ai tuoi occhi.
Quindi è l’assenza, l’effetto collaterale più intenso del vivere Firenze : la mancanza di appartenere ad un mondo che racchiude centinaia di anni di storia in poche centinaia di metri quadrati di strade, vicoli, ponti…
– dal diario di Stefano


Ci eravamo ripromessi, prima di partire per Firenze, la scorsa primavera, di annotare tutte le impressioni e le sensazioni sul momento. Così, freschi di emozioni da riportare poi qui,sul nostro blog.
Poi però ti ritrovi a camminare per Firenze, per i suoi vicoli; ti ritrovi al tramonto sulla Piazza del Duomo, quando il sole colpisce ancora la cupola di Santa Maria del Fiore; ti ritrovi a lottare contro un inaspettato vento freddo di metà aprile; ti ritrovi a mangiare tanto, che in Toscana è impossibile non farlo e poi ti ritrovi a vivere un’incredibile esperienza multimediale alla mostra “Van Gogh Alive” , e allora le emozioni sei troppo impegnato a viverle per fermarti a scriverle.

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Firenze è così, piccina, una città in cui torni mille volte per tanti motivi diversi e già dalla prima volta ti senti a casa, figuriamoci alla seconda , alla terza…
Firenze è arte, storia, bellezza e raffinatezza in ogni suo angolo; è artigianato, è storia, è cibo.
Cibo… quanto ne abbiamo mangiato in soli due giorni ?! Per rendere l’idea possiamo dirvi che, appena scesi dal treno, verso le 10,30 di mattina, camminando per i vicoli del centro storico , abbiamo sentito un profumo così buono da decidere di fare una “seconda colazione” a base di panino con il lampredotto. E’ anche vero che quando si viaggia si è alla continua scoperta, anche gastronomica , e non esiste più un orario da rispettare. Se al nostro stomaco va bene, chi siamo noi per contraddirlo ?

Il panino, per i più golosi, è farcito con stomaco di bovino cotto con pepe ,sale e salsa verde (  ovvero carota,sedano, aglio, cipolla e sicuramente avrò dimenticato qualche ingrediente! ).

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Siamo andati a Firenze questa volta, per uno scopo ben preciso : assistere alla mostra “Van Gogh Alive” nella chiesa sconsacrata di Santo Stefano, vicino al lungarno. Mostra multimediale che racconta la vita del pittore riproducendo le sue opere più famose, insieme a disegni e lettere ai suoi cari, sulle pareti della chiesa, il tutto arricchito da un accompagnamento di musica classica fantastico , che ti riempie il cuore di emozioni .
La mostra è stata talmente bella da suscitare in noi, appena usciti, la voglia di rientrare immediatamente.
Speriamo vivamente che verrà riproposta in altre città italiane, perché davvero ben fatta e coinvolgente, un modo diverso per rendere interessante anche ai più piccoli il mondo dell’arte e della storia.

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Il silenzio di Santa Croce nel primo pomeriggio, col suo mercatino dell’antiquariato in Piazza dei Ciompi, mettersi a spulciare fra vecchie foto e lettere di settant’anni fa, provenienti chissà da chi, chissà perché. Ci sono momenti che ti rimettono in pace con te stesso, momenti semplici, che a volte si perdono fra le emozioni più prorompenti, ma questa volta no, questa volta ci siamo soffermati a pensare e abbiamo detto : “eccolo, è uno di quei momenti lì”.
Poi rimettersi in marcia, sempre nel silenzio, incamminarsi di nuovo verso il centro.
Ed ecco che si parla di nuovo di cibo, questa volta dolci : ci siamo fermati per riscaldarci un po’ con una tazza di tè e dei pancakes buonissimi.
Siamo dei veri divoratori di pancakes, waffles e chi più ne ha più ne metta. Dunque, li abbiamo provati un po’ ovunque, ma ancora oggi ci diciamo che questi, fino ad ora, sono i migliori in assoluto. I più leggeri, i più freschi. Segnatevi questo nome : La Milkeria .

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Durante i nostri due giorni a Firenze abbiamo deciso anche di visitare il Giardino di Boboli, dove a nostro avviso , si può godere di una fantastica vista sulla città. Ci sono molti gradini da fare e tanto da vedere. Infatti il Giardino di Boboli si trova dietro Palazzo Pitti , che ospita alcune bellissime mostre permanenti, fra cui quella del costume, degli argenti e una galleria d’arte moderna. Se avete intenzione di visitarlo per bene, includendo anche il Giardino, considerate nel vostro itinerario una sosta di almeno due/tre ore, per non dover correre troppo.

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Con tutto quel mangiare, non è stata una buona idea invece salire sul Campanile di Giotto.
Forse, se deciderete di salire poco dopo esservi alzati da tavola come noi, ve ne pentirete dopo i primi 50 gradini.
Ma forza e coraggio, ve ne mancheranno solo 364. Potrete sempre fare qualche pausa nel mezzo per ammirare Firenze e le colline toscane che si aprono davanti a voi attraverso le balconate del campanile. Vi avverto però ,l’interno del campanile non è roba per claustrofobici, c’è poco spazio ma soprattutto c’è tantissima gente. Il costo del biglietto è di 10€.

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Era la prima volta che io e Stefano ci trovavamo a Firenze insieme, quindi, da brava coppietta , passeggiando da Piazza della Signoria verso gli Uffizi, abbiamo deciso di farci ritrarre insieme da uno dei tanti artisti che riempiono sempre questa lunga strada che si apre sul lungarno.
Inizialmente eravamo molto entusiasti della cosa, abbiamo portato il ritratto a casa credendo che tutti ci avrebbero detto : “wow, siete identici!” e invece no. Non è andata proprio così. 😛
Ogni volta che guardiamo quel ritratto incorniciato in camera però ci viene da sorridere, al pensiero dei bei momenti vissuti in questa città magica, dove si sente sempre la necessità e la voglia di tornare, per salutare Ponte Vecchio, per sorridere con il naso all’insù a Santa Maria Novella, per passeggiare nel silenzio che regala la città fuori stagione.
Firenze ci ha rubato un pezzo di cuore ma noi glielo abbiamo lasciato volentieri, sa come custodirlo ed ogni volta che torniamo ce lo restituisce riempito delle emozioni più belle che un viaggiatore può sperare di trovare.

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