
Ed anche Aprile è arrivato.
E’ un mese particolare questo, che tocca profondamente le corde malinconiche della mia anima, ma assolutamente non in senso negativo; immagino giornate più lunghe, odore di erba tagliata, tramonti che tolgono il fiato, sole che riscalda, rondini che volano basse nel cielo.
E questo ormai mi manca talmente tanto durante i mesi freddi che non posso che emozionarmi in silenzio quando avverto la giovane Primavera tornare a bussare alla nostra porta.
Questo come si può immaginare è un articolo basato su discorsi liberi, forse senza capo né coda, cosa che facciamo poco sul nostro blog. Ma ogni tanto ci vuole; ci vuole per staccare la spina dal raccontare i luoghi visitati e concentrarci sui sogni, sulla vita di tutti i giorni e sì , sulle domande che improvvisamente, alle due di notte, ci catturano e ci tengono lì sospesi per un po’, in cerca di una risposta.
Ma andiamo con ordine.
Aprile sarà un mese carico di nuove esperienze, viaggi emozionanti e progetti da definire.
Aprile sarà il preludio al mese di Maggio, ancora più carico di programmi.
Per ora vi parliamo solamente del viaggio imminente, ovvero quello che Stefano mi ha regalato per il compleanno; quel giorno infatti – come molti di voi già sapranno – partiremo per Edimburgo. Una città che ho sognato di visitare per anni, in un paese che mi affascina da morire.
E’ un mese e mezzo che fremo e che organizzo tutto nei minimi particolari per riuscire in pochissimo tempo a vedere tutto quel che desideriamo vedere, scoprire, portare a casa con noi, condividere con i nostri cari e con voi.
Quando abbiamo prenotato il volo e l’albergo sentivo una strana frenesia dentro, era come se qualcuno stesse ballando instancabilmente mentre io cercavo di mantenere un contegno e rimanevo seduta a tavola, camminavo, spolveravo, facevo la spesa – insomma, tutto quello che si può fare in una comune giornata.
Alcune volte questa sensazione prendeva il sopravvento su di me e mi ritrovavo a saltellare letteralmente da un punto all’altro della casa.
Adesso – per fortuna – mi sono un pochino calmata, la frenesia vera ha lasciato il posto all’emozione e alla solita ansia pre-partenza da volo.
E’ quasi tutto pronto; tranne il check in online per il ritorno – sapevate che la compagnia aerea Vueling non permette il check in online da alcuni aeroporti d’Europa? quello di Edimburgo è uno di questi e un po’ abbiamo rosicato, perché il check in online ti fa risparmiare parecchio tempo.
In tutto questo dovremmo anche studiare per portare avanti la nostra carriera universitaria e non nego che si fa sempre più difficile; l’idea di viaggiare mi bussa sulla spalla svegliandomi la mattina e mi culla canticchiando una canzoncina dolce ma ipnotizzante quando arriva la notte : viaggiare è linfa vitale per noi, ed il mio pensiero è sempre lì, sempre sui libri – quelli “sbagliati” , a cercare nuovi modi per essere felice al 100%.
Ed è proprio da un discorso con Stefano su quanto per noi sia importante tutto quel che ruota intorno al viaggiare,tutto quel che ruota intorno alle nostre passioni che spesso sono anche differenti ma che si uniscono quando si parla di viaggio, che è nata questa domanda : Quando vi siete accorti per la prima volta che non avreste più potuto fare a meno di viaggiare?
E’ una cosa che è nata con voi, che vi hanno trasmesso i vostri genitori? o come me vi siete accorti che c’è stato un punto di svolta, un momento di crescita, una consapevolezza che si faceva largo nella vostra vita?
Io mi sono chiesta quando è arrivato il passaggio dalla ragazzina di 16 anni che alle gite scolastiche camminava con la musica nelle orecchie e lo sguardo basso alla ormai 23enne che non vive senza pensare ogni giorno ai suoi sogni sparsi per il mondo, ai suoi sogni che vuole tanto abbracciare di persona.
Mi sono risposta che è arrivato molto lentamente, si è fatto strada in me attraverso gli anni e l’adolescenza. Durante l’infanzia ogni tanto mi ritrovavo a comprare delle guide di viaggio; Parigi,Londra,USA… tutto questo senza sapere realmente perché ma forse, anzi sicuramente, era già una chiara propensione per quello che sarebbe sbocciato negli anni a seguire.
Quando andavo al liceo, fra le ore di scuola e i pomeriggi passati sui libri a studiare letteratura francese, dedicavo le ore che mi rimanevano a leggere diari di viaggio sul sito di Turisti Per Caso, o su alcuni blog che seguivo già allora.
Era così che io mi rilassavo, che scaricavo la tensione accumulata dopo un’interrogazione o dopo una intensa giornata di studio. E ancora non capivo perché,ma l’idea che io un giorno sarei andata in giro per il mondo a vedere di persona tutto quel che fino a quel momento avevo solo letto si faceva strada in me.
Poi a 18 anni ho fatto il primo viaggio da sola, a Firenze.
Sono stati tre giorni incredibilmente belli dove mi sono sentita libera per la prima volta; libera di girare per una città a me sconosciuta, di cambiare programma all’ultimo minuto, di decidere dove volessi mangiare e cosa volessi vedere, di camminare e perdermi ed entusiasmarmi e innervosirmi, libera da tante cose che fino a quel momento mi avevano fatto sentire in catene.
La prima? me stessa.
Viaggiare è stata una liberazione, è stata la mia boccata d’aria.
Sono nata il giorno in cui ho iniziato a viaggiare, viaggiare davvero.
E così non ho più smesso, fra alti e bassi, momenti economicamente disastrosi o meno, ho sempre trovato il modo di staccare la spina e partire.
E’ un sogno che supera tutti gli altri sogni, uno di quelli per il quale ti fai in quattro, uno di quelli senza il quale la tua vita non la sapresti proprio immaginare.
Sono certa sia così anche per molti di voi, ma mi piacerebbe avere un confronto per sapere cosa provate quando si parla di viaggio e quando è nata con precisione questa esigenza di lasciare il porto sicuro e navigare nel mondo.
Aspettiamo le risposte qui, mentre continuiamo ad ascoltare April Come She Will di Simon & Garfunkel , che spiega bene quella allegra malinconia di cui vi ho parlato all’inizio.
Buona serata a voi, viaggiatori.
Che bello questo post. Anche per me primavera è esattamente ciò che hai descritto tu nel primo paragrafo.
Io sin da piccola sognavo di viaggiare. Ero affascinata dai racconti di viaggio dei miei genitori, che avevano viaggiato molto in Europa. Ho vissuto per un periodo con la mia famiglia a Bruxelles, ma non è stata quella prima esperienza a farmi perdere la testa (ero troppo piccola), né i brevi weekend nelle capitali europee, ma il mio primo viaggio in Cina 🙂
Bè, quando entri in contatto con una cultura così totalmente diversa dalla tua ma nello stesso tempo così ricca ed importante come puoi non farti rapire totalmente da quel che significa viaggiare?! 🙂 E’ bello che tu sia stata portata su questa strada fin da bambina dai tuoi genitori! E’ un’educazione importante che anche io in futuro spero di riuscire a dare ai miei figli!
Capisco molto bene la sensazione di cui parli: pensando al prossimo viaggio mi ritrovo a contare i giorni che mancano alla partenza. Come dici tu, sembra letteralmente di non stare più nella pelle. Riguardo alla tua domanda, non so se per me è una cosa innata, o se dipende dall’educazione che ho avuto. Ad ogni modo, ricordo molto bene quando ho capito che non potevo fare a meno di viaggiare: facevo le medie ed ero in macchina con i miei e mio fratello. Era maggio e stavamo andando a cena con degli amici dei miei genitori. A un certo punto, guardando fuori dal finestrino, mia madre ha detto: “Quando saranno avvolte fino in cima ai tralicci sarà ora di partire per le ferie.” Si riferiva alle piante di piselli in un campo lungo la strada e da allora ogni volta che passavo di lì e vedevo le piante a buon punto sui tralicci pensavo: “Dai, che tra un po’ si parte!” Già allora contavo prima i mesi, poi i giorni, e infine le ore che mi separavano dalla prossima partenza, fino quasi a stare male. Scusa per il commento lunghissimo 😉
E’ una bellissima immagine quella che hai evocato nella nostra immaginazione Silvia! Ricordi di bambina che vogliono già dire amore per il viaggio!
Ci piacciono i commenti così lunghi, parlare di noi e trovare riscontro in chi legge i nostri articoli attraverso la conversazione è la cosa più bella che c’è!
un bacione <3
Nel mio caso la voglia di viaggiare è arrivata tardi. Con i miei si facevano per lo più viaggi in Italia, un paio fuori i rassicuranti confini di casa, e quello che davvero interessava loro era il mare. Non ricordo grosse gite in città d’arte o musei… Solo località di mare, tanto da dovermene quasi disintossicare a un certo punto. Crescendo sono diventata più consapevole, intanto di me stessa, cosa mi sarebbe piaciuto fare, le mie possibilità e i miei limiti, poi con il giusto compagno di vita e di viaggio al mio fianco, è venuto tutto da sé. Sono affascinata dalla vostra maniera di esplorare in voi stessi alla vostra giovane età. Complimenti davvero. E aspetto curiosa i vostri racconti su Edimburgo (favolosa!) e il 7 per farti gli auguri, Lucrezia 😉 Intanto vi mando un bacio e vi auguro un buon weekend!
A chi lo dici Ale, anche io per un bel periodo non ho potuto sopportare il mare perché tanto le vacanze erano sempre quelle.. ed io soffro nel vero senso della parola a stare più di due giorni spiaggiata senza far nulla.
E’ come appassire, altro che riposarsi! 🙂
Grazie per le belle parole, sei sempre dolcissima e non vediamo l’ora di parlarvi di Edimburgo!
Buona giornata! <3
Viaggiare… anche dentro di me è una deformazione nata lentamente. A dire il vero, ho sempre viaggiato: fin da piccola, appena avevamo un weekend libero, partivo con la famiglia per qualche località italiana più o meno lontana. Questo mi ha permesso di toccare tutte le regioni italiane, non ce n’è una in cui non sia stata, anche solo marginalmente, ed è una cosa di cui sono molto soddisfatta. Poi sono arrivati i primi viaggi all’estero, le 3 crociere fatte nel giro di 5 anni, che ci hanno sballottato tra un porto e l’altro del Mediterraneo. E intanto cambiavo casa due volte: dall’Umbria a Urbino, da Urbino a Bologna… Intanto mi fidanzavo con un ragazzo di Milano. E via, sempre in treno. Se sto ferma per più di tre giorni nello stesso posto, mi assale una malinconia, una frenesia… vorrei sempre vedere posti nuovi e fare cose. Anche se, a essere onesta, per tanti anni della mia vita non ho apprezzato a fondo quello che avevo. E adesso che vorrei andare dappertutto e subito mi assale la tristezza.
Capisco perfettamente la frenesia di cui parli Chiara. Nonostante a volte questo non venga capito dalla maggior parte delle persone e mi son sentita dire anche che forse io sto male con me stessa per via del fatto che non riesco a star ferma, come se cercassi un modo di scappare. Ma io non scappo, viaggio.. che è diverso. Questo però lo possono capire solo le persone come noi, che trovano nel viaggio quel pezzo che completa il proprio essere!
Io ho sempre apprezzato il fatto di potermi muovere e viaggiare proprio perché ho iniziato a farlo tardi, mi sento molto grata quando riesco ad incastrare il più possibile i viaggi con la mia vita quotidiana! 🙂
Un bacione ^_^
Lucrezia, “Allegra malinconia” rende l’idea alla perfezione!
Sai che quella domanda in realtà non me la sono mai posta?
E’ talmente implicito per me viaggiare che non ho mai riflettuto sul farne a meno.
Come diceva Silvia è un mix fra educazione e indole.
Abbiamo sempre viaggiato fin da piccoli, anzi, mio fratello addirittura viaggiava già nella pancia di mia madre! 😀
Arriva un punto in cui diventa essenziale, sarebbe come chiedere ad un accanito fumatore di smettere di fumare! E chi ci prova?!
Non sapevo della faccenda di Vueling!
Che bello il regalo di compleanno per la Scozia! (-messaggio subliminale…che resterà inascoltato-)
Ah, non fare come Claire in Outlander! NON toccare le pietre in Scozia hahahah!
Buona domenica ragazzi! 😉
Mi ricorderò il tuo consiglio Daniela! ahaha
In ogni caso , quando l’istinto di viaggiare nasce con te per via dell’educazione è veramente una cosa bellissima perché è quello che vorrei fare un giorno con i miei figli : insegnargli l’arte del viaggio, dell’apertura mentale, della scoperta.
Spero di riuscirci!
Mancano solo quattro giorni ad Edimburgo! Ti terremo aggiornata! 😀
Un bacione!
Probabilmente siamo molto in sintonia, perché in questi giorni sto scrivendo un post “lento” sul rapporto che ho con i viaggi. Lo pubblicherò la prossima settimana, il giorno del mio compleanno, come se fosse un piccolo auto regalo 😊
Che bello! A quanto pare sì, siamo in sintonia! 🙂 Leggeremo molto volentieri il tuo articolo cime sempre. La primavera ci porta a fare riflessioni personali che sono molto importanti anche per permettere agli altri di conoscerci meglio!
Un bacio cara 😀
Mi piace molto leggere di itinerari e programmi di viaggio… ma moltissimo di pensieri e vagheggiamenti vari! 🙂
Sapete che non saprei rispondere alla vostra domanda? Credo di averla sempre avuta un po’ dentro questa passione per la scoperta del nuovo, del diverso, del viaggio… fin dalle medie ho sempre saputo di voler studiare lingue per poter viaggiare e conoscere culture straniere, uno dei miei primi amori è stato un ragazzo tedesco e tra scambi linguistici con la scuola e vacanze studio ho iniziato a viaggiare parecchio già al liceo… una volta diventata maggiorenne è stato tutto in discesa!
Ma mi sto accorgendo sempre più che, se quando ero un po’ più piccola la voglia di viaggiare era perlopiù un desiderio di distacco dalla routine, adesso è un bisogno impellente, non riesco a farne meno, è come una droga.
Per me viaggiare e conoscere il mondo racchiude il bello, la gioia, il senso della vita.
P.S. Edimburgo è una delle città europee che più amo, è un vero gioiello. Godetevela più che potete anche se per poco tempo perché è adorabile!
Grazie Dile! Cercheremo di godercela al massimo, anche se è previsto tempo incerto – e come te sbagli?
Comunque si, c’è un momento che è probabilmente il passaggio ad una maturità più consapevole in cui il viaggiare per semplice divertimento diventa viaggiare per necessità di dare IL senso alla propria vita. Almeno questo è quel che succede all’anima dei viaggiatori!
Un bacione e buona domenica! <3
Sinceramente non so esattamente quando mi sono accorta di non poter più fare a meno di viaggiare, anche perchè non so nemmeno quando ho capito che adoravo viaggiare 😀 quando si partiva per qualche gita scolastica ero al settimo cielo (non ti dico come mi sentivo quando si cominciavano a fare gite all’estero per 5 giorni!), quando partivo per le vacanze con i miei ero in fibrillazione anche se con loro si andava sempre al mare per trascorrere le classiche 3 settimane di tranquillità in spiaggia e, al massimo, si faceva qualche gitarella in giornata. Quando sono cresciuta, ho cominciato a desiderare sempre di più di vedere cose nuove, conoscere e, con la prima indipendenza economica, ho cominciato a prenotare piccoli viaggetti in concomitanza con le festività. Anche le vacanze estive erano diventare un mix di mare e di visite culturali alle città. Adesso, praticamente, del mare non me ne frega più niente, stare ore in spiaggia a rosolarsi sotto il sole la vedo come una perdita e di tempo e come un’attività che potrò fare più in là con l’età. Adesso voglio girare, scoprire, visitare a più non posso 🙂 Tra l’altro giovedì prenderò anche io un volo della Vueling per Bilbao e non sapevo del check in online..vado subito a vedere se per Bilbao è previsto, speriamo! Un abbraccio e buon viaggio ad Edimburgo 😀
Wow, deve essere bellissima Bilbao! Facci sapere Sara! 😀
Comunque sì, stare sotto al sole per ora, fermi sempre sulla stessa spiaggia per giorni è la morte del viaggiatore! Dopo aver passato qualche giorno così lo stress è alle stelle! ahaha
Evviva i viaggi fatti di scoperta, fatica ed emozione!
Un bacione 🙂
Come ti capisco! Viaggiare è diventato il mio pensiero fisso, ma come per te anche per me lo è diventato con il tempo, piano piano. L’esperienza che sicuramente più mi ha aperto gli occhi è stata il viaggio a Cuba. E anche lì, quel viaggio l’ho apprezzato sempre di più con il passare del tempo. Ripenso ai momenti vissuti lì, e a quanto ogni volta mi emozioni a pensare di poterli rivivere da qualche altra parte del mondo. Non sono ancora riuscita a rifare un viaggio di 2 settimane, ma anche quando vado via per 3-4 giorni è sempre una grande emozione. Bastano anche poche ore per poter vivere certe situazioni, conoscere gente nuova e diversa, parlare inglese, assaggiare cibi nuovi. Aaaaah non mi far scrivere ancora via 😉
E’ vero.
Io sono stata a Londra per un solo giorno, 24 ore proprio, eppure la ricordo come una delle città in cui ho lasciato più emozioni.
Non importa per quanto tempo ma come ci si approccia al viaggio.
Un bacio <3
Bellissimo post. Molto intimo, ma ci possiamo identificare un po’ tutti noi 😊 Chiara ha già detto tutto!
Grazie Marco!
E’ vero, un po’ tutti si possono rispecchiare in questo. Sono quelle sensazioni o domande che chiunque ami viaggiare prima o poi si ritrova dentro, a farci i conti.
Buona domenica a voi ragazzi! 🙂
Bel post! Io non ricordo con precisione quando iniziò la passione per i viaggi, però penso che all’incirca sia stato alle elementari quando studiando geografia vedevo tutte quelle bellissime immagini di capitali, natura, popolazioni… Con i miei facevo una sola vacanza in tutto l’anno di 4 settimane a luglio oppure ad agosto al mare e rigorosamente sempre nello stesso posto: una noia mortale! Fino a quando ero bambina andava anche bene ma crescendo no. Appena compiuti i 18 anni incominciai a viaggiare senza andare più al mare. Non odio il mare, ma è più forte di me non riesco a stare più di un giorno senza fare niente. La considero una perdita di tempo. Prima ancora delle elementari desideravo così tanto andare via che mi regalarono una piccola valigia con su Minnie e Topolino ad un bivio intenti a scegliere la meta. Davvero carina! Vi seguirò nel vostro viaggio ad Ediburgo! Un bacione
Che bello Laura! Quando ero più piccola e studiavo geografia alle elementari ricordo che comprai delle enciclopedie sulle regioni d’Italia e sull’Europa proprio perché volevo approfondire, certo a modo mio. Quindi ritagliando foto dalle enciclopedie e appiccicandole con la colla su fogli di carta dove riscrivevo quello che era già scritto nelle enciclopedie ormai rovinate! Ahahah creatività da piccoli viaggiatori!
Un bacione 😉
Anch’io avevo lo stesso hobby!! Usavo i giornali di viaggi, oppure gli opuscoli delle agenzie di viaggio e il vinavil che poi con molto divertimento staccavo dalle dita. Da bambini ci si diverte con poco 😊 una bacio 😘
Che bella domanda che ponete… eh eh. .. il mio desiderio di viaggiare è stata una concezione che ha preso forma negli anni. Da bambina non ho mai fatto grandi viaggi. Le prime esperienze le ho vissute con la scuola, sai la gita all’estero, lo scambio culturale e il corso estivo di lingua all’estero. Certo, le lingue mi sono sempre piaciute, anche se ho sempre avuto un blocco a causa del mio carattere timido e riservato. Le ho studiate perché mi piacevano e volevo usarle per vedere altri paesi. Con i primi viaggi mi sono resa conto che “scoprire cosa c’era fuori dal mio paese” mi dava ossigeno.
Io mi sono sposata giovane e con mio marito abbiamo viaggiato parecchio prima di mettere su famiglia, ma l’idea di andare in vacanza veniva sempre più rimpiazzata dalla necessità di vedere questo, di vedere quello ecc…
Oggi posso dire di essere soddisfatta dei viaggi fatti e sono certa che lo sarò anche di quelli che farò in futuro. Sono sempre più convinta che non sia la lontananza del luogo che raggiungi a dare la felicità, l’importante è andare, che sia a 1 km da casa, 100 km o 1000 km non ha importanza. L’importante è andare dove si desidera andare, vedere quel che si desidera vedere e soprattutto… provare emozioni. Quelle restano! Sempre! 🙂
Un bellissimo commento elisa! Ed è la verità! C’è una frase molto ricorrente che dice “collect moments not things” , le emozioni vissute e i momenti importanti della nostra vita, che per noi sono legati quasi sempre al viaggio resteranno negli anni immutati e preziosi.
Un bacione 🙂
Il mio rapporto con i viaggi è un po’ travagliato.. Ho viaggiato quando ero piccola un po’ con la famiglia, perchè mio padre andava era all’estero per lunghi periodi per lavoro… poi altre vicissitudini personali e di famiglia mi sono fermata.. fino a quando anni fa ho vissuto un periodo all’estero e da lì ho ripreso a scoprire il mondo..ed è stato sempre più un crescendo..! 🙂
C’è sempre un punto di svolta che cambia tutto , o meglio , che amplifica quello che già viveva in noi seppur nascosto nelle pieghe del nostro essere!
Possono essere i momenti e le situazioni più disparate ma per tutti noi l’arrivo è comune : viaggiare è vita.
Un bacione cara Martina ! 😉
Anche io mi perdo in mille riflessioni, sono tanti anni che i buoni propositi li faccio per il mio compleanno, che è ad Aprile, invece che a capodanno. Il mio rapporto con i viaggi è stato un po’ “variegato”: quando ero piccola, passavo l’intera estate parcheggiata dai nonni in montagna, vi lascio immaginare quindi, quali grandi divertimenti mi circondassero. Spesso ho il ricordo di me, che tipo ebete guardo gli aerei passare in cielo..era tanta la noia che ormai sapevo anche orari e piani di volo. Poi stop..argomento viaggi chiuso, con i miei non ne facevamo ed in gita non andavo, perchè a quel tempo essendo fissata con lo sport, GUAI a saltare allenamenti e partite. Poi arrivò un viaggio inaspettato con mia cugina in Spagna, lei doveva andare per l’università ed io l’accompagnai..vidi Siviglia e persi la testa! Sai tipo i flashback dei film, quelli in cui il ricordo arriva, in modo così potente, che la gente sembra entri in vortici virtuali infiniti? Uguale..Poi ho fatto un On the road in America..e mi sono arresa al mio destino di girovaga 😀
Quando fai un viaggio in America come puoi non innamorarti e sentirti per sempre uno spirito libero??? 😀
Capisco cosa intendi con il fissare il cielo e vedere gli aerei passare e lasciare la loro scia, lo facevo anche io da piccolina dal balcone di casa mia e lo faccio tutt’ora… anche se un pochino di meno… sarà per la paura degli aerei? ahaha
Un bacione <3
Un viaggio nei grandi parchi americani, è veramente amore per sempre!
Anche quello nel New England, ma non riapriamo questo discorso…. ahaha :’D
ahahaha
Questo articolo mi ha davvero emozionata. Non smetto mai di sorprendermi ogni qualvolta leggo che per qualcuno i viaggi sono un sostegno, o meglio una linfa vitale, perché comprendo di non essere la sola; ma nonostante ciò, non so quando ho scoperto che non avrei potuto fare a meno di viaggiare. E’ strano, vero?
Ho sempre “vagabondato”, fin da quando ero piccola, l’unica differenza è che da un po’ di anni a questa parte sta diventando una “dipendenza” 🙂
Sappi che il tuo regalo di compleanno è ambito da molte persone (me per prima). Spero che il sogno di visitare Edimburgo possa esaudirsi anche per me. Intanto mi consolerò con i vostri racconti e le splendide vostro foto. Un abbraccio <3
Quando il girovagare inizia in così giovane età è facile non ricordarsi da dove sia partita questa esigenza, forse perché si è sempre palesata senza rimanere nascosta per anni dentro di te! 😀
Te lo auguro Cristina, spero davvero tu possa visitare presto Edimburgo e fino a quel momento speriamo di poterti portare un po’ con noi e fartela conoscere attraverso foto e racconti!
Un bacio <3
Come ho scritto più volte nel mio blog la città che ha “tolto il tappo ” alla passione per i viaggi é stata Londra, da lì sono diventata consapevole non solo che non posso più farne a meno ma anche che volere é potere! La passione in realtà c’è sempre stata, da piccola dicevo sempre che “avrei lavorato e girato per il mondo “, solo che poi ci si mette in mezzo la vita a scombinarti un po’ le carte in tavola! I primi “viaggi” erano viaggi con le amiche, niente di sconvolgente più mirati al relax che alla scoperta, la passione é uscita fuori quando ho conosciuto Salvatore, insieme non ci siamo più fermati!
Che bello condividere l’amore per i viaggi con la persona della tua vita! 🙂 E’ quel che stiamo facendo anche noi e quindi possiamo capirlo bene!
Forse la prima città a catturarmi il cuore fuori dall’italia è stata Londra anche per me, vista in un solo giorno, in una giornata di metà ottobre..ma non scorderò mai quella sensazione! Prima di allora, a parte il mio weekend a Firenze, anche io viaggi con amiche o con i genitori ma più che altro per rilassarsi un po’! Evviva Londra! <3
Beh ragazzi..
Non lo so neanche io in realtà. Quando? Probabilmente dopo il primo viaggio zaino in spalla di una certa durata tra ostelli con un paio di amici.. Credo avessi 18-19 anni all’epoca. E poi pian piano.. con i vari programmi di scambio in università a cui ho partecipato (Erasmus non l’ho fatto però)..una volta trasferitomi in Germania poi è cambiato molto il mio modo di viaggiare, volendo cercare di vivere i posti che visito come sono vissuti dalle persone stessi che li abitano. Capire la cultura locale, la lingua ed il perché alcune cose sono fatte in un modo piuttosto che in un altro.
Al tempo stesso però mi stupisco ancora come un bambino ogni volta davanti a quanto sono stupendi la natura e i luoghi del mondo. E’ ogni volta magico.
Credo sia uno stile di vita oramai. E’ quello che mi piace fare ed è parte integrante della mia vita e del mio essere. Ed è in costante evoluzione, anche se mi rende un po’ restless (e mi pare di non essere l’unico leggendo i commenti). Mi da moltissimo però e mi rende felice.
Potrei andare avanti a scrivere per una mezz’ora abbondante ma è meglio mi fermi qui 🙂
Un abbraccio ragazzi!
PS. Non ricordo se è di Edimburgo ma so che è scozzese: da provare la “Innes and Gunn” birra che viene mantenuta negli stessi barili di quercia utilizzati per invecchiare il whiskey torbato ..prende un sapore UNICO!
È questo il bello di noi viaggiatori, pur essendo accomunati tutti dalla medesima passione ci distinguono tante piccole sfaccettature su come viviamo il viaggio, come lo organizziamo, cosa ci piace di più scoprire durante la nostra permanenza in un paese. Ed è bellissimo poter parlare con tutti voi e scoprire quanto siamo simili e quanto diversi! 🙂
Grazie mille per il consiglio Simone! andremo sicuramente alla ricerca e ti faremo sapere!
Buona serata! 😉
Io da piccola ero “costretta” a viaggiare con i miei genitori e vivevo la cosa un po’ come una costrizione, senza accorgermi che in realtà mi stavano trasmettendo la curiosità nei confronti del mondo. Anche io ho fatto il mio viaggio all’estero senza di loro a 17 anni, a Praga e ho capito che mi avevano insegnato a cavarmela da sola in luoghi diversi dai miei. Da lì non ho più smesso di viaggiare 🙂
A volte non si apprezza quello che ci danno i genitori ed è del tutto normale, magari si è ancora troppo piccolo per capire ma quando si inizia a crescere se ti trasmettono valori importanti come quelli del viaggio te ne rendi conto e non puoi che essergli riconoscente! Io questo processo l’ho fatto un po da sola perché i miei non hanno mai amato troppo viaggiare, giusto mio padre per lavoro viaggiava di più! 🙂 non so bene da chi ho ripreso… Penso da me stessa! Ahaha 🙂 un bacione <3