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Ogni persona si troverà prima o poi a scontrarsi con degli aspetti negativi durante il viaggio, che la faranno tornare a casa con una chiara lista in mente delle piccole cose che sopporta a fatica, solo per amore del viaggiare. Ecco i nostri.


Ovviamente questo è un articolo che vuole ironizzare su quegli aspetti del viaggio che ci mettono ansia, che ci fanno arrabbiare e a volte – ma solo a volte – desiderare di tornare di corsa a casa a dormire nel nostro comodo letto. Sappiamo bene che dei veri aspetti negativi non ci sono, che viaggiare può solo portare tanta positività nella vita di ognuno di noi.
Ogni fatica, paura o sacrificio vengono ripagati con i doni più grandi : la scoperta e la meraviglia.
Ma nonostante la mia anima girovaga ci sono alcune cose che a volte digerisco davvero a fatica.

Dai, non mentire. Sappiamo benissimo che anche tu, almeno una volta, ti sei scontrato con questi aspetti negativi durante il viaggio!

1. LA PREPARAZIONE DEL “PICCOLISSIMO” BAGAGLIO A MANO

Non so tu, ma noi per risparmiare evitiamo di partire con troppi bagagli e soprattutto evitiamo come la pesta di imbarcare la valigia.
Bagaglio a mano sempre e comunque.
Anche quando diventa un serio problema, ad esempio in inverno.
E non parlo della quantità di giorni, se per un solo weekend o due settimane. Potrebbe essere anche per soli due giorni, ma in inverno per me preparare il bagaglio a mano è uno degli aspetti negativi del viaggio.
Un vero disagio.
Sono freddolosa, molto, e sebbene io cerchi di limitarmi con i cambi tutti i miei indumenti sono super ciccioni.
Solo il pigiama, rigorosamente di pile, occupa 3/4 del posto.
Roba che quando ho infilato quello ed un maglione già mi guardo intorno spaesata non sapendo più dove mettere l’altra roba.
E non è piccolo il mio bagaglio a mano, non lo è per niente. Tanto che alcune volte ho rischiato grosso con i controlli e i pagamenti extra.
E’ la roba invernale che è veramente invadente. Non si può arrotolare perché diventa ancora più voluminosa e non si può evitare di metterla a meno che non si scelga di morire congelati appena scesi dall’aereo.
E’ un gioco al massacro.
Ed io mi stresso.

2. I CONTROLLI DI SICUREZZA IN AEROPORTO

 

Ok dai, questa fa anche un po’ ridere e non è poi così negativa.
Però quando ti trovi in aeroporto pronta per partire per l’Alaska ed hai quindici strati addosso, la cinta, l’orologio, un bracciale, i liquidi da tirar fuori dalla valigia, gli stivaletti da levare e lanciare sopra al rullo prima che il signore dietro di te inizi a spingere la sua roba prepotentemente, per poi passare dall’altra parte – facendo anche una super figura se come me passate il periodo della vita chiamato “calzini spaiati” – e dopo aver trovato la signorina Trinciabue di turno pronta a farti una perquisizione corporale ed il test antidroga/test contro le polveri esplosive, recuperare di corsa tutta la tua roba, con uno stivale infilato e l’altro in mano, i quindici strati che avevi addosso momentaneamente poggiati in testa e la valigia ancora mezza aperta trascinata giù dal rullo, allora non ridi.
Ridi dopo, quando ci ripensi.

Nel mio caso qualche ora dopo, perché se i controlli di sicurezza sono tragicomici, il punto 3 è tragico e basta.

3. VOLARE

Per molti volare sopra le nuvole ad un’altezza che neanche riesco ad immaginare è sinonimo di totale libertà. Sprezzanti del pericolo si fanno video e selfie mentre l’aereo rulla in pista o mentre si stacca da terra. Alcuni, addirittura, si addormentano appena allacciata la cintura. O forse svengono, vai a capire.
Fatto sta che il preludio del viaggio non è per tutti così traumatico.

Poi ci sono io.
Io che comincio ad agitarmi almeno dieci giorni prima.
Io che devo pensare a tutt’altro mentre sono in aeroporto ma puntualmente davanti ad una grande vetrata mi ritrovo a pensare alla scena del primo Final Destination.
Io che quando lo staff inizia a mostrare le procedure di sicurezza cerco di osservare scrupolosamente e mi ripeto che tanto non servirebbe a niente qualora le cose andassero male e soprattutto mi chiedo perché se gli incidenti aerei sono rarissimi rispetto agli incidenti con gli altri mezzi di trasporto, quando salgo su un treno non mi stressano così tanto facendomi venire la paura di schiantarmi contro un convoglio ancor prima di partire.
Io che quando l’aereo inizia a rullare chiudo gli occhi e mi porto istintivamente la mano sul naso che prende la forma di un cerottino per respirare meglio e rimango così fino a quando non raggiungiamo la quota di crociera.
Insomma, io che mi cago sotto.
Si può dire?

Questo è per me l’aspetto più negativo del viaggiare.
Ho una grandissima paura di volare e non penso mi passerà mai.
La affronto per amore del viaggio, ma perdo un paio di chili ad ogni volo.

4. LA PULIZIA

Probabilmente finito di leggere questo articolo avrai capito che sono leggermente ansiosa, leggermente.
Potrai sentirti simile a me, comprendermi, accarezzare lo schermo in segno di comprensione con gli occhi lucidi. Oppure sgranare gli occhi, allontanarti lentamente e aspettare che lo schermo del computer vada in standby per non dover leggere mai più parole così sconclusionate e instabili.
Però aspetta, perché so che sto per toccare il tuo tasto debole : la pulizia in viaggio.
Chi è che non soffre per la pulizia in viaggio?
Ok, forse non tutti trovano che la possibilità di scarsa igiene sia uno dei disagi maggiori ma io penso proprio di si.

Ho una leggera fissazione per la pulizia del letto e della doccia.
A casa, ogni giorno, prima di rifare il letto lo pulisco con il rullo per acchiappare i peletti, meglio ancora se quello vagamente profumato alla vaniglia o alla lavanda. Non poggio vestiti sul letto a meno che non siano appena stati lavati e NON mi infilo nel letto se non con il pigiama che ovviamente NON indosso per casa.

Figurati la mia faccia ogni volta che devo scoprire cosa si cela sotto le lenzuola del nuovo appartamento/hotel/b&b/ostello.
Ormai mi faccio forza e guardo da sola ma prima chiedevo a Stefano di farlo, mentre io gironzolavo in bagno in attesa di una risposta positiva.

Arriviamo ora alla doccia, che faccio in ciabatte anche a casa mia.
Quando arrivo in appartamento o in hotel mi accerto che sia pulita e se trovo la vasca, mentre Stefano esulta di gioia, io mi ritiro in silenzio spirituale perché stendermi e rilassarmi in una vasca che non sia la mia proprio no.
Rilassarsi, che vuol dire poi?
Quindi mentre Stefano rimane ammollo per mezz’ora e si scatta le tipiche foto con le zampe di fuori e tante bolliccine, io entro sospettosa e rimango in piedi, lavandomi nei modi più scomodi possibili e allagando il bagno intero.
Oppure non mi lavo proprio così che il fattore pulizia si avvinghia al mio corpo ed ecco, non divento una bella persona.

Vogliamo poi parlare dell’assenza del bidet nella maggior parte dei paesi del mondo?
Per me è fondamentale.
Per me che quando mi annoio me lo faccio anche per hobby così come tanti altri aprono e chiudono il frigorifero.
Come
fai
a
vivere
senza
bidet?

Negli anni ho sperimentato vari modi per mantenere la mia dose quotidiana di pulizia senza ricorrere a quindici docce.
Non starò qui ad elencarteli, ti lascerò il piacere di scoprirli piano piano quando sarà necessario. Però devo dire che se c’è una nota positiva dell’avere la vasca in camera è proprio questa : un enorme bidet a tua disposizione.
Think about it.


Ok, se sei arrivato fino alla fine dell’articolo hai l’obbligo di scrivermi i peggiori insulti come “curati” o “fatti una dose di tranquillanti” o “vivi e lascia vivere” oppure mostrarmi un po’ di comprensione non facendomi sentire sola e raccontandomi i tuoi disagi, quegli aspetti negativi durante il viaggio che ti fanno proprio uscire di testa.

Scritto da:

inworldshoes

Lucrezia, 27 anni.
Appassionata di viaggi e fotografia. Sempre alla ricerca di un modo per partire alla scoperta del mondo... e raccontarlo.