
Belgrado in 3 giorni, si può fare! In questo articolo ti racconto cosa vedere in un weekend nella capitale Serba.
Se hai bisogno di maggiori informazioni su cosa vedere a Belgrado in 3 giorni, scrivi una mail a INWORLDSHOES@GMAIL.COM
Cos’è Belgrado?
Una città decadente.
Una città dove il quartiere un po’ più pulito ed elegante è l’eccezione.
Una città che ha vissuto in sofferenza estrema fino a pochi anni fa.
Una città che è cortile di quel grande palazzo chiamato “ORIENTE“.
Belgrado è tutto questo e a primo impatto lascia ammutoliti.
Ci si aspetta una città graziosa, seppur fredda. Un po’ come Varsavia, magari.
Si pensa di trovare piccole case antiche e vecchie chiese ortodosse a ridosso di uno dei fiumi più importanti del mondo: il Danubio.
Ed invece si trova tutt’altro.
Mentre il taxi sfreccia fra le macchine, entrando in città dalla tangenziale, davanti ai miei occhi si presenta un muro tutto uguale di palazzoni grigi e strade trafficate. Il tassista guarda dallo specchietto retrovisore e dice: “Benvenuti a Novi Beograd! Questa è la parte nuova della città!“.
Non riesco a dire nulla, di certo non “che bella, sembra interessante!“.
Spero solo che la parte vecchia riesca a colpirmi di più, incrocio le dita.
Ed in effetti così è stato, nonostante le mille raccomandazioni preoccupate del tassista ed il suo “mm, this is a dirty city!“.
BELGRADO IN 3 GIORNI : ALLA SCOPERTA DELLA CITTA’ PASSO DOPO PASSO.
Una volta lasciati i bagagli nell’accogliente camera dello Sky Hotel la fame inizia a farsi sentire ed in tutta fretta punto il dito sulla mappa, scegliendo un ristorante molto vicino all’albergo che è anche un’attrazione da vedere: l’Hotel Moskva.
E’ proprio da qui che parte l’itinerario di questo weekend a Belgrado, dal primo hotel costruito in città: un edificio in stile liberty che contrasta da morire con il muro di palazzi che lo circonda e che richiama alla mente i film del grande Wes Anderson. Questo potrebbe essere il ” Grand Belgrade Hotel”.
Ed è proprio qui davanti che, il sabato pomeriggio, si riuniscono persone di tutte le età per una attività semplice, economica, che ricorda i tempi del dopoguerra: lo scambio figurine. Nonni, genitori, figli, tutti con le loro figurine in sacchetti o raccoglitori, pronti a parlare con il primo estraneo per finire le tanto amate raccolte che anche noi da piccoli amavamo fare.
Dopo un pit-stop al Cafè Moskva per pranzo, dove il clima permette di pranzare ancora all’esterno nonostante i nuvoloni in cielo inizino a minacciare pioggia, si parte verso la seconda tappa della prima giornata a Belgrado: il Tempio di San Sava.
La chiesa ortodossa ancora in costruzione dal 1935 è di un’imponenza che trasmette soggezione.
Non ci si aspetterebbe di girare l’angolo, dopo aver percorso almeno 3 chilometri di strada dritta e tutta uguale e di trovarsi davanti agli occhi i colori pastello delle cupole grandissime di San Sava. Purtroppo i lavori sono sempre in corso ed al momento della mia visita non si poteva visitare nulla se non la cripta.
Questa prima giornata è costellata da lunghe passeggiate per le strade di Stari Grad e di imprecazioni a causa della totale assenza di rete anche per ricevere chiamate o mandare SMS – ricordati di comprare una sim locale se hai necessità di tenerti spesso in contatto con l’Italia, altrimenti dovrai usufruire solamente del wifi nei luoghi pubblici o dei diversi spot in città dove è possibile collegarsi ad un wifi per 15 minuti al giorno – come le fermate degli autobus o i parchi – e usare quindi whatsapp per avvertire che va tutto bene.
La sostanziosa ma deludente colazione in hotel – preparati a dolci che non hanno sapore di dolce e ad un milione di cose salatissime che ci starebbe tutta la mitica citazione : “peperonata alle 8 del mattino… mezzogiorno, topi morti?” – dà il via al primo vero giorno in città con l’itinerario che avevo già stabilito prima di partire. Dopo una doverosa sosta al mercato cittadino di Zeleni Venac, la tappa da raggiungere è Kalemegdan ovvero la fortezza di Belgrado, con la sua cittadella ed il bellissimo punto panoramico dove il fiume Sava incontra il maestoso Danubio.
La passeggiata è piacevole, niente pioggia sottile e fastidiosa finalmente.
Una volta varcata la soglia che separa la città dal parco e dalla fortezza, l’autunno apre le sue porte ai miei occhi: tutto ha la sfumatura del giallo e del marrone, dalle foglie ancora attaccate alle decine e decine di alberi fino al sentiero che conduce verso le mura della fortezza di Belgrado.
E’ necessario fermarsi qualche minuto ad ammirare ed immortalare una delle cose più belle di questa stagione: i colori.
Poi si può proseguire, fra un saliscendi continuo di scalinate, fino ad arrivare al Monumento del Vincitore e al punto più alto della fortezza, quello che si apre alla vista della bellissima unione fra i fiumi Sava e Danubio.
Ma non è di certo finita qui.
Kalemegdan ha tanto da offrire e bisogna considerare almeno un paio d’ore per poterla girare tutta con calma.
La zona più bella in assoluto, anche più bella del belvedere, è il giardino intorno alla Chiesa delle Rose.
Ho respirato più poesia qui, in pochi minuti, che nell’ultimo anno di vita: le foglie rosse ad incendiare le pareti della piccola chiesa esagonale, le rose bianche e rosse sparse per il giardino, un sole pallido dietro le nuvole ed una signora, fra i turisti ansiosi di scattare fotografie, seduta all’estremità di una panchina ad osservare il fiume con la mente persa chissà dove, chissà con chi.
Lascio che le foto di questo luogo parlino per me.
Continuiamo a scoprire Belgrado in 3 giorni con la visita a Skaderlija, il quartiere bohemien della città.
L’anima turistica ma anche quella più lontana dal grigiore e dalla rigidità di certi quartieri.
Qui si respira aria di festa, di musica lontana.
Iniziando a percorrere la salita acciottolata dell’unica lunga via che forma questo “quartiere”, chiamata Skadraska, ci si ritrova a stupirsi degli edifici giallini che contrastano con gli affreschi che li decorano, in stile ottocentesco.
I locali che costeggiano entrambi i lati poi, uno più particolare ed interessante dell’altro.
Questa è un’altra Belgrado, una Belgrado che si anima al calar della notte grazie agli artisti di strada che rallegrano i passanti dopo una cena nelle tradizionali kafane a suon di zuppe piccanti o piattoni di carne di ogni tipo.
Di certo non si può dire che la cucina serba non sia sostanziosa, anche se non proprio di mio gradimento per via delle spezie eccessive e della troppa carne ma, fun fact : sono riuscita a mangiare più pesce a Belgrado in 3 giorni di quanto ne mangi a Roma in almeno due settimane.
La scoperta di questa zona si conclude con la caccia al tesoro per trovare un luogo speciale : la Federal Association of Globe Trotters di Belgrado.
Se non ne hai mai sentito parlare, in un post dedicato ti racconterò come è nata, di cosa si tratta e dove poterla trovare.
Sappi solo che un viaggiatore non può andare a Belgrado senza farci un salto!
Dopo cena si torna dritti in albergo per riposare un po’.
Ti stai preoccupando perché non trovi ancora nessun consiglio sui luoghi migliori per mangiare a Belgrado?
Non preoccuparti, te ne parlerò come sempre in un articolo a parte, ora ti lascio le mappe dell’itinerario di questi primi due giorni alla scoperta di Belgrado.
Belgrado in 3 giorni è talmente ben visitabile che, per l’ultimo giorno pieno in città, la decisione è quella di allontanarsi dal centro, prendere un autobus e superare il ponte Brankov che collega la città vecchia a quella nuova e fermarsi solo al capolinea : Zemun, un paesino di pescatori sulle rive del Danubio.
Zemun una volta era una città totalmente separata da Belgrado, avamposto della resistenza serba al dominio turco durante la guerra del 1814.
Successivamente, quando Belgrado venne liberata, Zemun diventò a tutti gli effetti parte della città ma ancora oggi si respira un’aria molto diversa.
E’ qui che finalmente mi sono seduta ed ho ascoltato lo scorrere del fiume, il canto dei gabbiani e del vento e mi sono sentita rigenerata.
Quanto ne avrei bisogno ora.
Zemun si gira bene a piedi: tante salite, tante casine tipiche, tanti gradini e poi una vista mozzafiato sulla città ed il fiume.
Ed ancora più su, verso la Torre del Millennio ed un piccolo cimitero serbo, dove ho potuto assistere – nel silenzio e nel rispetto – anche ad una funzione funebre tipica, molto diversa dalle nostre.
Gran parte della giornata trascorre felicemente così, fra passeggiate senza meta ed un pranzo fantastico in un luogo da sogno sulle rive del fiume, di cui ti parlerò presto perché non puoi andare a Zemun e non fermarti lì, soprattutto in una bella giornata di sole.
Mi sembra che già solo l’Hotel Moskva e lo scambio figurine sappiano catalpultare in un mondo parallelo, più antico, lento ed autentico. Un bellissimo racconto per una città che non avevo mai pensato di visitare prima! Buona settimana Lu 🙂
Grazie Chiara,
In effetti quel momento è stato particolarmente importante per la riuscita del viaggio, non so se mi spiego! 🙂
Ti mando un abbraccio!
Ho visto per la prima volta l’hotel Movska in una fotografia vecchissima che il mio ex capo aveva fatto durante un viaggio di anni fa, partendo dall’Italia in macchina con un gruppo di amici. Da allora questa città per me è un luogo mitico che ha qualcosa di terribilmente affascinante mescolato a un pizzico di qualcosa che spaventa, forse per via del suo passato. E questo mix mi fa venire una voglia pazzesca di vedere Belgrado! Dalle tue parole e dalle tue immagini mi sto immaginando una città che ha parecchio in comune con Sofia.
Non vedo l’ora di approfondire la conoscenza, scoprendo anche i posti dove hai mangiato ❤️
Non sono ancora stata a Sofia purtroppo, spero di rimediare presto, ma probabilmente si, hanno molto in comune credo!
Spero tu riesca ad andare presto così da confermarmelo! 😀
Un bacione e a presto con il nuovo articolo <3
Sarà che amo Wes Anderson e quell’albergo sembra proprio uscito da un suo film, sarà lo scambio di figurine tra adulti che è l’ultima cosa che mi sarei immaginata, sarà quel foliage pazzesco vicino al tempio… Ma Lou questo racconto è bellissimo e mi ha tanto, ma tanto incuriosita!! E ora aspetto la pappa!
Sei così gentile Ale, mi fa sempre un gran piacere leggere i tuoi commenti!
L’articolo sulla pappa lo sto terminando, arriva fra qualche giorno!
Ti mando un grande bacio <3
Che bello rivivere Belgrado attraverso i tuoi occhi e scoprire qualcosa in più anche sulla fortezza, zona che a causa di una mega manifestazione (splendida) abbiamo in qualche modo saltato, o meglio eravamo così concentrati sulla bellezza della festa da tralasciare il resto. E a me ha steso anche così la città, proprio per la sua decadenza e per il non voler essere qualcosa di diverso da se stessa per compiacere qualcuno. So che presto dovrò ritornarci perché anche se ho visto i luoghi principali, a me Novi Beograd attira eccome xD
Un bacione Lucrezia
Peccato non abbiate potuto visitarla! dovete assolutamente tornare, è una delle zone più belle della città a mio avviso! 🙂
In realtà amo anche io le città che sono così, senza fronzoli eccessivi, un po’ come Bucarest..però non so, Belgrado mi ha colpito un po’ di meno rispetto alle altre città dell’est europa che ho potuto visitare! Chissà perché! :/
Un bacione a te, bella <3
Beh saranno le tue foto, le tue descrizioni, le impressioni malinconiche che fuoriescono dal tuo racconto ma a me questa Belgrado piace proprio! Mi piacciono i colori e si, credo che mi piacerebbero anche i sapori alla “Aldo Giovanni e Giacomo” 😛 E quella foto di quella donna Lou, è struggente, sembra quasi che tu le abbia rubato l’anima! Non ho resistito e incuriosita dal Federal association of globe trotters sono andata a googolare ma ho solo sbirciato eh, aspetto che ce ne parli tu! 😉
A presto, un mega abbraccio!
Attenta sà….che ti vedo che vai a sbirciare le cose per farti spoiler da sola! ahahahah
Ti ringrazio per i complimenti, sai che mi danno sempre una gran carica per continuare a scrivere anche nei momenti “no”!
Ti mando anche io un abbraccio…a presto Dani! <3
L’atmosfera di Belgrado è assolutamente unica. Già dallo scambio di figurine mi avevi rapita totalmente! 3 giorni tra le tue parole e le tue foto che raccontano così da bene da essermi sentita veramente lì con te Lucrezia! Un abbraccio e a presto 🙂
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