
Il viaggio in Romania non ci ha portato a scoprire solo grandi città e castelli spettrali. Ci siamo lasciati travolgere anche dalla Romania meno turistica, quella che anche tu stai cercando e l’abbiamo trovata a Viscri.
Viscri sembra non esistere.
Chi corre lungo la strada statale che da Sighisoara porta a Brasov non lo direbbe mai, eppure prendendo una deviazione e percorrendo 8 chilometri di terreno pieno di buche e fango, ci si ritrova improvvisamente fuori dal mondo e dentro ad un paese che sembra non esistere, ma esiste eccome.
E’ la Romania autentica, quella che non è stata ancora toccata dal turismo; che la trovi solo se lo desideri davvero.
E noi l’abbiamo cercata, voluta tantissimo.
Una volta varcata la soglia di questo paese fuori dal tempo e dal mondo, ci si chiede inevitabilmente cosa si incontrerà.
Quali sguardi e quali colori.
Ma soprattutto ci si chiede se si incontrerà qualcosa.
Noi siamo arrivati abbastanza presto, in una mattinata soleggiata.
Il paesino sonnecchiava ancora.
L’unico rumore era quello dell’acqua corrente che scrosciava negli abbeveratoi lungo il vialone principale, circondato da case colorate su entrambi i lati.
Abbiamo percorso il primo tratto in macchina, per farci un’idea di quel che Viscri aveva da offrire. Poi abbiamo svoltato a destra e abbiamo parcheggiato.
Scendendo dalla macchina ci siamo imbattuti in un cartello che segnalava l’entrata ad un giardino alla fine del quale si trova la chiesa fortificata di Viscri, patrimonio dell’Unesco.
Patrimonio dell’umanità dal 1999.
Costruita dai re sassoni nel XII secolo, la chiesa è una vera e propria fortezza di guerra, fatta costruire in cima ad un’altura come tante altre chiese presenti in Transilvania ed in tutta la Romania.
Le condizioni della struttura sono ancora ottime, considerando da quanti secoli veglia sul paese di Viscri.
Entrando ci si accorge subito dei dettagli, della particolarità delle decorazioni interne, dell’unica navata che la costituisce e dei due piani su cui è costruita.
Salire sarà un po’ un’impresa, le scale sono vecchie ma al contrario di quello che ci è successo a Sibiu per salire sulla torre campanaria, sono davvero poche.
E’ possibile visitare anche un piccolo museo, costruito nelle mura interne della fortificazione, che comprende diversi oggetti come vestiti o mobili appartenuti alla comunità di Viscri.
L’ingresso alla chiesa di Viscri è a pagamento ma il biglietto costa solo 2 lei .
Una signora anziana molto dolce, seduta proprio accanto alla porta di ingresso, ti strapperà i biglietti e ti dirà due parole sulla storia della chiesa.
Quando siamo scesi dalla fortezza e siamo tornati nel paesino, la gente era scesa in strada.
I banchetti di “souvenir” erano stati allestiti e sistemati accanto ai cortili delle case.
Quali sono i souvenir di Viscri?
Calze ,cappelli e sciarpe pesanti. Tutto prodotto dagli abitanti. Tutto super colorato.
Ti consigliamo di comprare qualcosa, anche solo per aiutare la popolazione che sta iniziando, con i primi turisti, a vivere anche di questo.
Continuando la nostra passeggiata ci siamo imbattuti in una scuola, dietro al grande cancello di legno si sentivano gli schiamazzi e le risate dei bambini che giocavano nel giardino, in un momento di pausa dalle lezioni.
E’ così che ci siamo ritrovati di nuovo sul viale principale dove eravamo passati un’ora prima con la macchina.
Un gruppo di oche ci taglia la strada e si avvicina ad una signora che sta riempiendo dei secchi all’abbeveratoio.
Più avanti, un paio di mucche camminano vicine, come se stessero chiacchierando fra di loro di chissà cosa.
Una famiglia con due figli piccoli le segue – forse sono le loro.
Ed ogni tanto si girano a guardarci.
Due ragazzi con le macchine fotografiche al collo che si fermano ad osservare ogni casa forse possono sembrare strani a Viscri.
Ma i loro sguardi non sono insospettiti. Sono divertiti, ci sorridono.
Stefano si allontana a scattare qualche foto, qualche ritratto alla popolazione di Viscri che se ne sta seduta su cataste di legno, con il volto rivolto verso il sole a catturare il calore autunnale.
Io supero un piccolo ponte di legno traballante e mi dirigo sulla sponda opposta del viale, per guardare da vicino le altre casette colorate e decorate con motivi tradizionali rumeni.
Nel frattempo senza sapere come schiaccio anche una cacca immensa di qualche cavallo, che mi arriva a metà caviglia e me ne rendo conto solo poco dopo quando Stefano si avvicina guardandomi un po’ schifato.
Questa parentesi cerco di dimenticarla, non è stato piacevole togliere la popo’ di cavallo dalla scarpa e dal bordo del jeans ed andare tutto il giorno in giro così.
Però per conoscere Viscri ne è valsa la pena.
Per Viscri, che sembra non avere niente se non qualche oca starnazzante e qualche famiglia che si rimbocca le maniche seguendo i propri animali verso i pascoli.
Eppure Viscri ha così tanto, è così ricca.
La bellezza della sua storia e della sua tradizione, il sorriso della sua gente, la purezza dell’aria che si respira, il contatto totale – ed io posso dirlo a gran voce – con la natura e con i suoi frutti.
Le macchine che sfrecciano lungo la strada statale non conosceranno Viscri, non perderanno il contatto con il mondo caotico che ci circonda per entrare in un luogo isolato, silenzioso, che vive di quel che produce ogni giorno.
Ma se si viaggia con i ritmi lenti, se ci si distacca dai pregiudizi e dalla strada battuta si può scoprire un tesoro prezioso.
La Romania che, forse, stai cercando anche tu.
COME RAGGIUNGERE VISCRI IN ROMANIA
Abbiamo parlato di deviazione improvvisa dalla strada statale.
Ed è proprio così che potrai raggiungere Viscri.
Percorrendo la strada che da Sighisoara porta a Brasov (o viceversa), incontrerai un cartello che ti segnalerà la deviazione verso Viscri e la sua chiesa fortificata.
Non ti far scoraggiare dai chilometri e chilometri dove sembrerà di non vedere anima viva e di percorrere solo una lunga strada dissestata.
Dopo circa 8 chilometri troverai il cartello di ingresso al villaggio.
Per qualsiasi informazioni aggiuntiva puoi far riferimento all’ente per il turismo della Romania.
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– Cosa mangiare in Romania – 5 piatti tipici da provare assolutamente
Bellissimo racconto ragazzi, molto autentico, genuino come l’atmosfera di questo paesino che sembra fuori dal tempo 😍
Grazie Ale, dolce come sempre <3
Quanto mi piacciono questi paesini fuori dal tempo e dal mondo! Non conoscevo Viscri ma la terrò presente in un ipotetico itinerario! Quanto vorrei un paio di quelle babbucce in lana supercolorate!
Dai dai, sono sicura che un viaggio in Romania lo organizzerete presto ed inserirete anche Viscri, così da comprare le favolose pantofolone di lana <3
Un bacione
Lucrezia cara, il prossimo sarà un anno COLMO di fortuna per te (condividi con Stefano, se no è geloso)! Non oso chiedere dove hanno viaggiato i jeans per tornare in Italia…
Questo reportage me lo sono gustata dall’inizio alla fine, vi dirò che mi sono persino commossa nel leggere le vostre parole, la descrizione di una realtà così vera ed incisiva, accompagnata da foto che sembrano estrapolate da un antico album.
Un connubio perfetto che arriva dritto al cuore! Bravissimi “ragazzi con la macchina fotografica” 😉
Claudia B.
Ma speriamo Cla, non è neanche la prima volta che succede! ahahah
Comunque…quei pantaloni hanno viaggiato addosso a me per i restanti due giorni, per non metterli in valigia con gli altri vestiti. Quando viaggio smetto di fare caso anche a questo, che schifosona! ahahah
Grazie di cuore per i complimenti <3
Proprio il posto che piacerebbe a me. Autentico, pacifico e lontano dal turismo di massa. Che meraviglia! E adesso vado a recuperarmi l’articolo sul cibo 😀
E’ abbastanza instagrammabile, che dici? I vicoli qui sono quasi deserti! ahaha
Un bacio!!! 😀
Vedila in modo positivo: calpestare una pupù si dice porti fortuna! E tu ne hai pestata una bella grossa, chissà quanta fortuna ti aspetta 🙂 Bellissimo luogo, semba una cartolina bucolica con le oche e le mucche che se ne vanno a spasso!
Grazie Bea, speriamo.
Preferirei trovare un quadrifoglio che pestare popò ma se porta fortuna accettiamo tutto! ahaha
Che bello si respira proprio l’aria delle tradizioni. Meta da mettere nel mio cassetto dei desideri 😉
Assolutamente Marika, ti piacerebbe molto! 🙂
Grazie per essere passata!
<3
Che meraviglia, sembra un posto in cui il tempo si è fermato, molto molto intimo. Grazie per tutte queste dritte sulla Romania, ragazzi, un bacione 🙂
Grazie a te per essere sempre presente ed interessata ai nostri articoli cara!
Un abbraccio <3
Ah, il fascino della campagna. Sto riguardando per la quarta, forse quinta volta la serie tv Downton Abbey, proprio perché adoro immergermi in quei paesaggi, i piccoli centri rurali, le cittadine, i boschi, le cose semplici e, forse, anche meno pensieri. O comunque meno complicati. Ogni tanto una fuga serve proprio. Grazie di questo bucolico racconto!
Hai ragione, i pensieri diventano meno complicati e galoppano in libertà quando ci si ritrova davanti a tanta natura, che per noi equivale a tanta bellezza.
Grazie a te per essere passata <3
Questo è il turismo che mi piace, quando si va alla ricerca della vera cultura di un paese, attraverso quei sentieri che non sono spesso battuti. Un luogo folkloristico del genere va visitato…con molta cautela per preservarlo così com’è!
Esatto, siamo stati felicissimi infatti di averlo inserito nell’itinerario! era una delle tappe che aspettavo con più curiosità! <3
La vostra descrizione sembra Il Sabato del Villaggio, di Leopardi: l’aria campestre che emanano le vostre parole è davvero invogliante! Soprattutto, complimenti per essere usciti dai soliti percorsi. Apprezzo i blogger e i viaggiatori che vanno laddove la maggior parte delle persone ancora non va. E mi piace che, nonostante l’apparente assenza di cose da vedere, abbiate saputo cogliere l’anima del luogo.
Grazie Rob!
Ci fa un piacere enorme quello che ci hai scritto in questo commento.
E poi paragonare la nostra descrizione al Sabato del Villaggio è una botta di autostima che non ti sto a dire! ahaha
Un bacione <3
Ahh questo era il paesino di quella chiesa stupenda?! Da quando ho visto le vostre foto su Twitter me ne sono subito innamorata! Anche il resto del villaggio è carino, ha lo stesso fascino di una vecchia foto sbiadita *_*
Quanto poco sappiamo di questo Paese. E quel poco che sappiamo è pieno di pregiudizi!
Complimenti per averli smontati! 😉
Hai visto che posto?! Non per niente rientra nel patrimonio Unesco!
E trovarla in un paesino dove “sembra” non ci sia apparentemente nulla di incredibile ti lascia ancor di più senza parole!
Grazie Dani <3
Sapete cosa mi piace e mi fa riflettare di questo paesino? il contrasto, dolce e amaro allo stesso tempo secondo me, tra il passato e la povertà che sembrano impregnare ogni mattone e la voglia di futuro e di colore che brillano sui calzettoni di lana come souvenir..
Bello vero?
Un altro segno di voglia di rinascita tangibile di questo paese bellissimo, un po’ come per Bucarest! 🙂
Sembra uno di quei posti in cui capiti per caso o per sbaglio, e poi invece scopri che è una di quelle mete che non dimenticherai mai.
Peccato solo per il tuo “incidente”, Lucrezia, ma vedi il lato positivo: se ti capiterà un’altra volta ti farà tornare in mente Viscri 😉
Ma sì, alla fine quando intorno a te c’è tanta bellezza questi piccoli incidenti scompaiono.
Quando mi capita in città, che fa freddo e sono stanca, dopo una giornata di lavoro o di studio, ecco…lì si che mi da molto fastidio! ahaha
un bacio <3
Ero convinta di aver già commentato. C’è stato per caso un errore? Comunque dicevo che sono contenta che vi sia piaciuta Viscri, anzi ne ero convinta 🙂 Un abbraccio ragazzi!
No Eli, non ci era arrivato nulla!
Grazie a te che per prima ce ne hai parlato! <3
Un abbraccio!
Ragazzi questo racconto è favoloso, è ciò che qualunque viaggiatore dal cuore aperto vorrebbe sperimentare, un angolo di pura autenticità…
La Romania dev’essere davvero piena di contrasti, grosse città, fabbriche, ricerca di futuro da una parte e questi paesini sospesi nel tempo dall’altra. Lo vedo quotidianamente nel lavoro, persone che lavorano per multinazionali e parlano 5 lingue, ma si vestono ancora con abiti tradizionali per matrimoni ed altre cerimonie. Questa cosa l’adoro!
La chiesa è un gioiello, che atmosfera meravigliosamente decadente! Immagino la signora lì seduta in attesa dei (pochi) turisti che arrivano in visita, che tenera!
Quanta tradizione in questo piccolo paese, le attività delle persone ancora legate alla campagna, i mercatini di prodotti artigianali (calze e sciarpe pesanti tra l’altro eheh, molto particolare come souvenir)…
Andare fuori dalle rotte tracciate porta sempre enormi soddisfazioni!
Bravi! Come sempre 😉
Baci!
Deia
Grazie Deia è proprio così!
Questa era la tappa che aspettavamo con maggior curiosità, perché sapevamo che ci saremmo scontrati con una Romania autentica. Ed è stato bellissimo scoprire cosa volesse dire questa parola e portarne a casa il suo ricordo.
E’ davvero un paese pieno di – bellissimi – contrasti!
Un bacio e grazie d’essere passata 🙂
Bravissimi figaccioni miei! :* E’ con questo spirito che bisogna viaggiare sempre, cercando di trovare l’autenticità di ogni luogo, anche il più nascosto, considerato che il tempo cambia le cose continuamente, e quindi è bene cercare sempre il contatto con ciò che ancora abbiamo di vero e autentico in questo nostro presente, per testimoniarlo a tutte le generazioni avvenire.
Bacioni,
Futura
Hai più che ragione!
Non si sa per quanto ancora quel luogo resterà incontaminato, naturale, autentico. Ed è bello sapere di averlo vissuto così e poterlo raccontare.
Un bacione bellezza <3
Unico questo villaggio, ancora autentico e vero. Il vostro racconto e le fotografie stupende mi hanno catapultato lì in viaggio con voi…devo dire che questa Romania mi sta proprio affascinando!
Grazie 🙂
Non so se è questo genere di ispirazioni che ti riferivi oggi… Ma cerca di rilassare e sgombrare la mente e tornare ai momenti che ti ispiravano racconti come questo. Ne vale la pena. Brava!
*a cui ti riferivi oggi
L’ora tarda mi gioca brutti scherzi 😀