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Manuale di aspettativa: cosa, come e perché non riuscire ad aspettarsi.

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I giorni scorrono, specialmente dopo la fine delle sessioni d’esame, chimere male assortite che tutti i poveri pellegrini universitari si ritrovano ad affrontare; come detto ora i giorni scorrono, e con essi ci ritroviamo a scorrere anche le prossime tappe fissate sul nostro “calendario-viaggi”; la prima in ordine di comparizione è quella del mio compleanno. Come avrete notato l’acustica di questo articolo suona un po’ più debole rispetto ai precedenti, questo perché stavolta sono solo io, Stefano, a parlarvi, e , come sapete, essendo noi un duo, di rado capita una situazione simile. Sono io a scrivere perché sono io tra i due quello in “difetto”; ovvero quello che si trova a pochi giorni dalla sua prima visita a Venezia, contro le tante volte di Lucrezia, la più recente solo l’anno scorso. Per questo mi son meritato le parole “vai e scrivi, uomo.“… no scherzo! era più tipo : “è ora che tu faccia un articolo sulle tue aspettative per questo viaggio.“, un po’ più dolce. Voce da donna. Occhei ci siete.

 

Ora, mettendo da parte le spiritosaggini , la situazione è questa: il 7 di Febbraio è il mio compleanno, e Lucrezia mi ha regalato un fantastico soggiorno nella Serenissima; e come tutti i viaggiatori ho delle aspettative nei confronti di questo viaggio.

No.

Ovvero, si, ma non riesco a definirle tali. Si addice di più la parola “immagini”. E’ sempre stato così per me, non riesco ad aspettarmi delle emozioni nei confronti di un luogo, a meno che non ci sia già stato. Penso forse che siano le emozioni ad aspettare nei luoghi, e solo li si possono cogliere; come fare a dire quale reazione provocherà la vista di una calle, canale, edificio o folla, se prima non li si è osservati stagliare all’orizzonte, ergersi nell’aria fredda, o avvolgerci in milioni di passi?

Ecco, quello che io riesco a fare è dire cosa mi piacerebbe fare in luogo. Spero che questa sorta di analisi psichica su me stesso non sia scambiata per freddo cinismo. Anche a me il visitare luoghi, città e paesi dona emozioni; ma è un flusso a scoppio ritardato; ritardato ad un preciso momento: il primo passo fuori dall’aeroporto, stazione di treno , vaporetto o qualunque altra cosa. E continua poi con la malinconia nei giorni del ritorno.

Dunque è questo quello che posso fare, descrivervi per immagini quello che desidero fare e provare a Venezia, ma che non riesco ad aspettarmi.

Nel mio immaginario Venezia ha promesso che ci perderemo in chiacchiere.
Abbiamo trovato l’accordo giusto: un caffè ristretto in tazza grande, un pò come immagino di sentirmi: io il caffè, lei la tazza.
Il freddo sostiene che sia meglio il divanetto dell’hotel, ma ci ritroviamo comunque a tirare su il naso, e per il freddo, e per gustarci i campanili e le cupole.
Piazza San Marco al tramonto. Tavoli e sedie arancio. Voli di piccioni. Il Ponte di Rialto alle 8. Una figura mascherata che si getta nell’ombra di una calle. Noi, mano nella mano.

Questa è la mia “Venezia per immagini”, a breve seguirà la “Venezia per emozioni”; prima però fateci tornare, e torneremo in due, come al solito. 🙂

#CosaMiAspettoDa è una rubrica nata dall’idea di Elisa di Romexperiencetravel.it

Ovviamente consigli e suggerimenti su dove mangiare e cosa vedere fuori dagli itinerari più turistici sono sempre un dono prezioso! 😉