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Ci piacerebbe potervi far sentire quel che abbiamo sentito noi, passeggiando per le vie di questo paesino provenzale chiamato Saint-Rémy-de-Provence, ma soprattutto quello che abbiamo provato una volta entrati a Saint Paul de Mausole, ovvero il complesso ospedaliero che ospitò dal 1889 al 1890 il pittore Vincent Van Gogh.


Questo è un articolo particolarmente difficile da scrivere, pensavo l’avrei rimandato all’infinito e invece mi sono decisa a prenderlo di pancia, così come viene. Perché si sa, quando visiti un luogo che ti colpisce tanto, un luogo dove ti emozioni, immergendoti nella sua storia e in quella pace che regna sovrana e quasi surreale, allora le parole per descriverlo faranno sempre fatica ad uscire nel modo giusto.

visitare saint remy de provence

C’era quella familiare ma lontana cantilena, che si alzava e abbassava, seguendo rami e lampioni.
Aspetta all’entrata, non osa far passo fuori dal ferro del cancello, in modo tale che solo se lo vuoi, e se lo vuole lei; solo se sei in cerca e lei ti riconosce; solo quando sei in grado di sentire e lei parla, passa come brezza che inumidisce e mescola i capelli dell’animo, e dice che è lei la custode di mille e una vicende. Cambiano i luoghi, i tempi, le età, ma lei no: storia, storia di vite, storia di quello che siamo ma che percepiamo solo rispetto agli altri.

– dal diario di Stefano (che sì, si è commosso prima di entrare dal cancello del manicomio) .

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Ma andiamo con ordine, o almeno proviamoci.
Siamo stati in Francia dal 3 al 10 agosto , siamo arrivati all’aeroporto di Marsiglia e abbiamo affittato una macchina per poterci spostare liberamente in lungo e in largo.
Saint-Rémy è stata una tappa aggiunta in un secondo momento, e per fortuna che l’abbiamo aggiunta.
Quella mattina volevamo andare ad Arles, una città che si visita principalmente se si vogliono seguire i passi di Vincent Van Gogh, anche se, per qualche assurdo motivo, gli Arlesiani pare non amino molto ricordarlo…. Fidatevi di noi, se avete poco tempo e volete conoscere un pochino meglio la vita e le vicende che colpirono il pittore, andate a Saint Rémy e scartate, almeno per questa volta, Arles.

COSA VEDERE E COSA FARE A SAINT REMY IN MEZZA GIORNATA :

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Noi siamo arrivati a Saint Rémy , partendo da Saint Aygulf ( dove avevamo l’albergo) alle 10.30 di mattina circa.
Abbiamo lasciato la macchina in un parcheggio e siamo andati all’ufficio turistico del paese per chiedere gli opuscoli dell’itinerario Van Gogh. Abbiamo chiesto dove si trovasse il famoso complesso ospedaliero e ci hanno spiegato che era proprio quella la tappa finale dell’itinerario descritto negli opuscoli : un itinerario che si snoda per circa un chilometro e mezzo, partendo dal centro storico di Saint Rémy fino ad arrivare a Saint Paul de Mausole , lungo la strada troverete dei pannelli rappresentanti i quadri più famosi che il pittore dipinse durante il suo anno di soggiorno a Saint Rémy, con delle brevi descrizioni.
Appreso il tutto, ci siamo seduti ad un café nella piazza principale del paese e abbiamo deciso, considerando il tempo a disposizione , cosa vedere lungo l’itinerario e cosa invece, scartare. Quest’ultimo comprendeva anche la visita ad alcuni edifici del centro storico di Saint Rémy, ma noi abbiamo preferito muoverci liberamente per il paesino, perderci nelle sue viuzze, fra i colori e gli odori di un’inconfondibile Provenza.

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Una volta terminato il nostro giro per le vie del centro storico , ci siamo incamminati lungo l’itinerario di Van Gogh, quello che ci avrebbe portato all’ingresso del manicomio di Saint Paul de Mausole.
La camminata sotto il sole dell’una non risulta per niente facile o piacevole, non ci sono punti di ombra e bisogna fermarsi ogni tanto a rinfrescarsi dal caldo torrido bevendo un po’ e bagnandosi la testa. Ma una volta arrivati, la fatica viene ripagata. Si entra in un bellissimo parco, pieno di alberi e di ombra e di silenzio, alla fine di questo parco si intraveda l’entrata di una chiesa. Accanto, vi è l’entrata al manicomio ed appena si varca la soglia lo sguardo si sofferma sul bellissimo chiostro interno, dove Van Gogh passava molto del suo tempo, dipingendo o scrivendo lettere ai suoi cari.

Ed ecco il momento che tanto abbiamo aspettato, entrare nella “cameretta” e nei luoghi dove il pittore olandese visse il suo periodo di ricovero. Ovviamente c’è chi dice che è tutta una bufala, una ricostruzione, solamente per attirare turisti ed economizzare sulla sua storia come si fa ormai un po’ su tutto. Ma noi abbiamo voluto comunque crederci, trattenere il respiro ed emozionarci immergendoci nella storia, nella sofferenza, nell’arte.

E’ stato un momento davvero toccante, perché sì, sarà anche tutto finto e ricostruito. Ma lui è esistito, ha vissuto, ha creato, ha sofferto. E anche se il letto nella camera non era quello dove ha dormito nel lontano 1890 (mi sembra anche ovvio); e anche se quella camera non era la sua camera; lui ha girato per quei corridoi e si è soffermato a guardare il cielo da quel chiostro fresco e silenzioso, e ha passeggiato per quel viale alberato pensando così spesso alla sua casa ad Arles (che ha dipinto più volte durante il ricovero). Come non emozionarsi ? Cosa importa se il letto è quello dove ha dormito o no? Non ci si puo’ soffermare su questo, si deve andare oltre, per forza.

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FERMARSI AD ARLES, CON UN PO’ DI DELUSIONE :

Finito il nostro giro a Saint-Rémy e al manicomio di Saint Paul de Mausole , ci siamo diretti verso Arles.
Ecco, Arles non ci ha propriamente emozionato o colpito. Il ricordo del pittore semba essere stato cancellato quasi volutamente e l’unica vera testimonianza che abbiamo di lui in questa città è il Cafè la Nuit , oggi chiamato Cafè Van Gogh , ovvero il famosissimo caffè da lui ritratto, che si trova in Place du Forum.

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Per il resto, abbiamo chiesto informazioni agli abitanti del luogo su dove fosse Place Lamartine , ovvero la piazza dove si trovava la casa del pittore; e incredibilmente nessuno conosceva anche solo per sentito dire il nome di questa piazza, ogni abitante ci dava un’indicazione diversa e alla fine abbiamo rinunciato. E’ anche vero che per visitare Arles avevamo molto meno tempo, quindi non abbiamo potuto chiedere informazioni all’ufficio turistico, sicuramente ci avrebbero dato una mano o magari dato qualche opuscolo sulla città. Sappiamo solo che, per la città, si trovano alcuni pannelli con dei dipinti di Van Gogh fra cui Starry Night – Notte Stellata. Ma niente di più.

Ci è dispiaciuto vedere così poco interesse nei confronti del pittore che, in fin dei conti, ha reso famosa questa città provenzale, sicuramente carina e gradevole per fare una passeggiata di un paio d’ore, per vedere l’arena magari, o la bella cattedrale, ma a nostro avviso niente di più.

Tirando le somme , Saint-Rémy-De-Provence è un luogo da vedere, un paesino tipicamente provenzale che vi regalerà un sorriso e un sospiro di serenità; Saint Paul de Mausole vi emozionerà, vi toccherà il cuore e magari vi farà anche commuovere come è successo a noi. Per finire Arles ci ha un pochino deluso ma è un altro posto da vedere, perché ogni viaggiatore può avere impressioni diverse, ed è il bello del viaggiare e poi scambiarsi consigli e opinioni su chi condivide questa passione come noi. Mai nessuno vede le cose con gli stessi occhi, con la stessa mente o con lo stesso cuore, ognuno ha impressioni e sensazioni totalmente diverse. Ed è questo che fa del Travel Blogger un lavoro così immensamente interessante. 🙂

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