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La scorsa estate abbiamo visitato un sonnolento paesino avvolto da una misteriosa leggenda e dominato da un castello che assomiglia ad una antica fortezza: oggi ti portiamo a visitare il castello di Azzurrina e a scoprire la sua storia.


Montebello, piccolo paesino che guarda dall’alto la Val Marecchia, è stata l’ultima tappa del nostro viaggio on the road in Romagna della scorsa estate.
Siamo arrivati nel primo pomeriggio, dopo uno splendido “momento relax” trascorso a Poggio Torriana all’osteria “i Malardot”.

In piena estate, con le cicale che cantano ed il peso del pranzo che spinge ad un sonnellino cullato dal leggero vento che soffia per le strade del paese, abbiamo trovato pochissima gente in giro. Avevamo deciso di visitare il castello di Montebello alle 14.30, così da poter tornare a Roma in serata.

In attesa che si facesse l’ora della visita ci siamo incamminati lungo le vie acciottolate del paese trovando riparo dal sole troppo caldo all’interno di una chiesetta, ed è qui che il primo di una lunga serie di “piccoli brividi” si è fatto strada lungo la schiena e all’interno dello stomaco.
Forse eravamo già un pochino suggestionati dalle storie che ruotano intorno a Montebello e al castello dei Malatesta, non so spiegarlo.

C’eravamo solo io e Stefano in quella chiesetta silenziosa, non si sentiva un rumore se non quello dei nostri passi sommessi e dello scricchiolare del legno quando ho poggiato il mio zaino su una delle panche per riposare un minuto la schiena.
C’eravamo solo io e Stefano e la luce era fioca, qualche candela accesa e quasi del tutto consumata.

Ci guardavamo sorridendo perché sì, sembrava una di quelle chiese abbandonate da film horror e trovarsi lì conoscendo la leggenda della povera Azzurrina regalava una scossa di adrenalina.
Abbiamo continuato a guardarci intorno per un paio di minuti, fin troppi per la grandezza della chiesa, ma eravamo in cerca di riposo e di un po’ di fresco.
All’improvviso un colpo sordo.
Ci voltiamo di scatto.
La porta laterale della chiesa era stata aperta, spalancata.
Non era entrato nessuno.

Ci lanciamo uno sguardo e prendiamo i nostri zaini al volo, correndo fuori.
Non un alito di vento, non una persona nei paraggi.
Solo una luce accecante e il caldo quasi insopportabile che avevamo chiuso fuori pochi minuti prima.

Non ci siamo detti nulla, abbiamo ripreso a camminare velocemente verso la parte opposta del paese, per salire verso il castello.
Una volta lontani Stefano si è girato verso di me e ha detto : “tanto questa è una di quelle storie che se la racconti non ci crederà mai nessuno”.

Come dargli torto?
Eppure qui è tutto possibile: siamo a Montebello, a pochi passi da quella che è stata la casa e soprattutto la tomba della giovane Azzurrina; la sua tomba… o forse no.


VISITARE IL CASTELLO DI AZZURRINA : LA LEGGENDA 

Quel che accadde nella notte del 21 giugno 1375 al castello di Montebello, nessuno riesce ancora a spiegarselo.

Una bambina di nome Guendalina, nata con lunghi capelli bianchi e pelle diafana, figlia del feudatario del castello, doveva rimanere rinchiusa all’interno delle mura di quest’ultimo per evitare di essere considerata diversa in quanto albina.
La mamma le tinse i capelli di nero ma qualcosa andò storto e i capelli assunsero delle sfumature azzurre, da qui il nome che ancora oggi la contraddistingue: Azzurrina.
Le guardie che sorvegliavano il castello non furono attente, non abbastanza.
In quella notte di pioggia scrosciante e fulmini continui, la bambina stava giocando da sola con una palla fatta di stracci.
La palla rotolò giù nella ghiacciaia e la bimba la seguì per recuperare quello che era uno dei suoi pochi svaghi.

Non tornò mai più su.
Quando le guardie si resero conto della sua sparizione corsero a guardare e, nonostante il locale che ospitava la ghiacciaia fosse decisamente piccolo, lì non c’era più nessuno.

Da quel giorno si dice che ogni solstizio d’estate, soprattutto quello degli anni che terminano in 0 o 5, si può sentire Azzurrina piangere o il rumore della palla che rotola lungo i corridoi.

Non ci credi?
Non ci credevo neanche io.
Almeno fino a che non ho ascoltato le registrazioni che sono state fatte dai tecnici del suono interessati a questa storia, in anni recenti.
Da brividi, veri brividi.

Ascoltarle guardando giù, verso la scalinata buia di quella che una volta era la ghiacciaia, con un disegno che ritrae il volto di Azzurrina a pochi passi da me, è stato un colpo al cuore.
Alcune registrazioni sono poco chiare.
In una si sente chiaramente un battito, assomiglia al battito di un cuore.
In una si sente un forte temporale e dei lamenti, come un pianto.
In una si sente distintamente la voce di una bambina.
E fa paura.



P.S. Non sarebbe permesso scattare foto all’interno del castello, ma sai come la pensiamo a riguardo!  un paio di foto le abbiamo rubate comunque!


VISITARE IL CASTELLO DI AZZURRINA : INFORMAZIONI UTILI

Il castello di Azzurrina si trova a Montebello,una frazione di Poggio Torriana non molto distante da Rimini.

Le visite sono organizzate sia di giorno che di notte.
La visita diurna è incentrata molto più sulla storia del castello e dei suoi proprietari, sebbene alla fine ci sia comunque il racconto della storia di Azzurrina e l’ascolto delle registrazioni.
La visita notturna è organizzata per coloro che vogliono vivere un pochino di più la leggenda e l’alone di mistero intorno ad essa.

Il costo per la visita è di 7€ (diurna) o 9€ (notturna).

Per quanto riguarda gli orari di visita, in estate il castello è aperto tutti i giorni dalle 14.30 alle 19.00 tranne il lunedì, mentre la sera la biglietteria apre alle 21.30 ma ti consiglio di controllare bene i giorni in cui vengono organizzate le visite notturne.
Durante il periodo invernale il castello è aperto solamente nel weekend ed i festivi dalle 14.30 alle 18 ed il turno serale è il sabato, con due ingressi: uno alle 22.30 e uno alle 23.


Se hai fegato a sufficienza, il nostro consiglio è quello di organizzare una bella visita serale il 21 giugno 2020. 

Che ne dici? Ci stai?

Scritto da:

inworldshoes

Lucrezia, 27 anni.
Appassionata di viaggi e fotografia. Sempre alla ricerca di un modo per partire alla scoperta del mondo... e raccontarlo.